Riforma, FI soccorre la maggioranza. Uras: grave il no alla maggioranza assoluta per decretare lo stato di guerra
«Il No dell’Aula sulla maggioranza assoluta dei componenti della Camera per dichiarare lo stato di guerra è una scelta grave: il Parlamento chiamato a decidere su atti cosi’ tragici per il genere umano non può farlo con un’Aula spoglia e con una maggioranza dei presenti che si limita a contare il numero legale». Lo ha detto il senatore di SEL Luciano Uras, a proposito dell’emendamento Dirindin (minoranza Pd) all’art. 17 del ddl Boschi.
«Basta osservare una mappa dei conflitti in corso per rendersi conto che è più la parte di mondo attualmente in guerra che non quella in pace: Iraq, Siria, Libia Tunisia, Israele-Gaza, Uganda, Kenya, Afghanistan, Ucraina, Yemen, Colombia, Venezuela, Filippine, Cina, Cecenia, tanto per fare degli esempi. In una realtà globale così disperante non si possono prendere decisioni a cuor leggero. Occorre riflettere con un impegno assoluto della nostra persona e delle nostre convinzioni – ha aggiunto -. Per questo nei nostri emendamenti abbiamo proposto anche maggioranze qualificate superiori alla maggioranza assoluta dei componenti della Camera. Per Sinistra Ecologia Libertà questa è una delle questioni su dovrebbe necessariamente intervenire anche il Senato delle regioni e delle autonomie, perché la vita delle persone da difendere, ma anche la vita delle persone che purtroppo si offendono negli anni di guerra, devono avere un valore assoluto sul quale – ha concluso Uras – tutti quanti noi, in coscienza, dobbiamo essere chiamati ad esprimerci».
La proposta della minoranza dem sull’art 17 prevedeva che la Camera dei deputati deliberasse lo stato di guerra a maggioranza assoluta ma ‘dei propri componenti’. La versione dell’articolo 17 sulla deliberazione dello stato di guerra prevede, invece, solo la dicitura “a maggioranza assoluta”. Il governo aveva dato parere contrario alle due proposte e la votazione era davvero a rischio senza i numeri della sua minoranza. La linea del gruppo Pd, esplicitata da Anna Finocchiaro, era di respingere la norma. Contrario anche il gruppo Ap-Ncd. Paolo Romani (Forza Italia) ha, infine, espresso il ‘no’ all’emendamento Dirindin, salvando così la maggioranza con 28 voti di supporto. L’articolo alla fine è stato approvato con 153 voti favorevoli, 107 voti contrari e 9 astenuti. I senatori dissidenti del Pd che hanno dato voto contrario sono stati 14, mentre 5 quelli che non hanno votato.
Sinistra Ecologia Libertà





