Sei in: Home › Attualità › Notizie › Riforme, Sel: maggioranza cambia la Costituzione senza un mandato parlamentare
Martedì, 10 marzo 2015

Riforme, Sel: maggioranza cambia la Costituzione senza un mandato parlamentare

«Questa maggioranza si è arrogata il diritto di cambiare 40 articoli della Costituzione senza nessun mandato parlamentare». Così il deputato di Sel Stefano Quaranta intervenendo in aula alla Camera nel corso delle dichiarazione di voto sul ddl Riforme, annunciando il voto contrario del suo gruppo.

«Secondo noi la Costituzione ha bisogno solo di quella che Stefano Rodotà ha chiamato una manutenzione ordinaria – ha aggiunto Quaranta – Noi pensiamo che la Carta costituzionale sia stata stata un punto di tenuta delle nostre istituzioni, che certo va migliorata ma non può essere considerata un freno».

«Siccome il governo, non solo ha proposto una riforma della costituzione», cosa che non gli competeva, «ma ha anche minacciato questa camera». E cioe’ che «se non si andava avanti c’era il rischio di uno scioglimento delle camere». Allora, prosegue il deputato di Sel «lo dico a me stesso e anche ad alcuni deputati del Pd, che sarebbe meglio andare a casa domani ma non essere complice di questo obbrobrio di riforma che state facendo».

Tra i punti critici elencati dall’esponente di Sel: il nuovo Senato, la riduzione del numero dei parlamentari, il titolo V. Al momento del voto i deputati e le deputate di Sinistra Ecologia Libertà hanno votato contro un provvedimento che stravolge la Carta, toglie il diritto di voto ai cittadini e concentra in modo abnorme i poteri sul governo e sul presidente del consiglio con la Costituzione in mano.

Anche Stefano Fassina, deputato Pd, ha annunciato che non parteciperà al voto: «Oggi votiamo modifiche sostanziali alla Carta costituzionale. L’interazione» tra questo ddl e la legge elettorale «crea effetti sistematici» trasformando la nostra democrazia in un «presidenzialismo di fatto privo dei contrappesi necessari. Rimango convinto anche che sia grave procedere senza un ampio consenso». L’ex viceministro dell’Economia ed esponente della minoranza Pd, è intervenuto in aula alla Camera annunciando la sua non partecipazione al voto, in dissenso dal gruppo, in merito al ddl Riforme.

La minoranza dem, nel corso del dibattito ha lanciato un avvertimento al premier Matteo Renzi: se non ci saranno modifiche questo sarà il nostro ultimo sì. Rosy Bindi è intervenuta in aula in dissenso dal gruppo: «Resto convinta che questa riforma, insieme alla legge elettorale, non sia una modifica della nostra costituzione ma sia, in parte, un cambiamento profondo del sistema parlamentare. Il presidente Renzi ha annunciato che non ci saranno modifiche. Nonostante tutti i dubbi, dimostrerò con il mio voto favorevole che non intendo fermare il processo riformatore, ma se non verrà modificata  la legge elettorale e non ci saranno miglioramenti» nel ddl Boschi, nelle prossime «votazioni non parteciperò al voto perché con il referendum vorrò stare con i cittadini». Anche il deputato Pd Alfredo D’Attorre ha spiegato che voterà si’ «per non interrompere il processo riformatore». Ma ha avvertito: «Questo atto di responsabilità è l’ultimo se il governo conferma il pacchetto delle riforme» così com’è. «Nei prossimi passaggi parlamentari, a partire dall’Italicum in questa aula, non mi sentirò di assicurare più il mio sostegno a questo percorso di riforme». Chiude Gianni Cuperlo che pur votando sì mantiene «riserve profonde» sulla riforma. Per questo, aggiunge, «mi batterò per le modifiche necesarie. Siamo tutti leali, soprattutto verso il nostro paese, c’è spazio per agire. Se il governo si rifiutasse di aprire un confronto sul miglioramento delle riforme, ciascuno si assume le proprie responsabilità. Senza modifiche, l’equilibrio raggiunto non sarà condiviso, non soltanto da me ma da un folto numero di parlamentari».

Al momento del voto la Camera ha approvato con 357 sì, 125 no e 7 astenuti alla modifica del Senato. A favore hanno votato Pd, Area popolare (Ncd più Scelta civica), Pi-Cd e Scelta civica, contrari Forza Italia, Lega, Fdi-An, Alternativa libera e Sel. I deputati M5s non hanno partecipato al voto. Ora il ddl Boschi tornerà al Senato.

 

Commenti