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Lunedì, 9 giugno 2014

La lista Tsipras è chiusa, ma l’Altra Europa no

bandiere sel

Proviamo a fare un piccolo sforzo e guardare le cose, gli psicodrammi e le vicende dei giorni scorsi da un’altra prospettiva. Non credo ci sia alternativa. Non possiamo permetterci di essere pessimisti o autodistruttivi, punto. Altrimenti è meglio lasciar perdere. Per quanto ci riguarda, non solo come militanti o iscritti a SEL ma fondamentalmente come persone desiderose di costruire una sinistraverde e libertaria, post-ideologica e non dogmatica, di governo e non testimonianza, facciamo i conti. Forti di una quarantina di parlamentari, relazioni con movimenti vari, presenza sul territorio e tanti compagni e compagne che hanno voglia di fare politica, costruire relazioni, uscire dall’ambito angusto delle discussioni e del dibattito interno o esterno, Persone che hanno dedicato il loro tempo libero, persone che vivono e fanno politica ma non vivono di politica, a costruire SEL ed anche a mettersi in gioco per un obiettivo più ampio.

Io credo che il percorso della lista Tsipras vada letto anche sotto la lente di quelle realtà, di tutti coloro che ci hanno creduto e credono nell’AltraEuropa, storie e percorsi che non vogliono farsi ingabbiare in processi costituenti di chissà cosa, né lasciarsi strumentalizzare. Di chi si è entusiasmato, sporcato le mani nel lavoro quotidiano, di raccolta firme, diffusione, confronto. E che esige giustamente un cambio di passo. Di chi magari ci ha creduto meno ma ora vuole esserci. La lista Tsipras in quanto lista ormai è cosa chiusa. Ma, per usare un’analogia, è stata un sasso lanciato in uno stagno. Alcune onde sono state anomale, altre hanno travolto come uno tsunami, altre continuano a smuovere l’acqua, lentamente, forse in maniera impercettibile, ma questo moto non è perenne. Anche queste ci stanno attraversando, lambiscono la nostra comunità, e non dobbiamo avere paura a riconoscerle ed accompagnarle. Magari farci accompagnare.

Io credo che la scelta di campo per l’AltraEuropa (contro l’austerità, per l’Europa politica e federale, per un green new deal ed il reddito minimo e così via) sia ancora valida a prescindere. Forse le mappe usate finora o i mezzi non erano quelli ottimali. Ed anche certi compagni di viaggio, che lasceremo andare per la loro strada. Non lasciamoci però prendere dall’attacco viscerale ad personam. Perché il punto è politico ed anche per stile e decenza giacché lanonviolenza si pratica anche così per quanto mi riguarda. La signora Barbara Spinelli spero continui a scrivere articoli illuminanti, che ho sempre apprezzato e continuerò ad apprezzare – per il resto sarà un problema della sua coscienza e di chi l’ha spinta verso la sua decisione. E che si assumerà la responsabilità delle conseguenze politiche che ne deriveranno.

Resta il fatto che un posto al Parlamento Europeo è una responsabilità politica e pubblica, e mi auguro che lei, come ogni eletto o eletta, la sappia onorare, vistoche i prossimi anni saranno decisivi per le sorti dell’Europa. Senza nulla condonare ai modi da lei scelti, che ritengo inaccettabili, calati dall’alto, irrispettosi delle storie personali e politiche di chi ha deciso di praticare la stessa sfida. Allora, al netto di tutto ciò, risparmiamoci –anche dentro SEL – l’ennesima sfida (o minaccia) all’OK Corral, resa dei conti o conta dei fedeli e dei traditori, per cortesia. Davvero.

SEL resta, ma non puo esserlo così com’è. Dovremmo rivedere un po’ di cose, o forse molte di più, attrezzarci meglio, fare un balzo in avanti. Concederci una cura ricostituente piuttosto che annegare in una costituente verso il nulla. Adottare finalmente pratiche differenti, aperte, trasparenti, proporre campagne mirate, processi aggregativi, mollare sti ormeggi una volta per tutte. E magari saranno proprio le nostre nuove pratiche ad essere costituenti, di un percorso diverso, costruito assieme alle istanze provenienti dal basso e non dall’alto di un consesso ristretto di “garanti”o approcci da relegare al secolo scorso.

Allora quello che vorrei vedere è un impegno collettivo a rilanciare l’iniziativa politica. Come? Proponendo ad esempio due campagne di respiro europeo, una sul reddito minimo ( o perché no riprendendo la proposta di legge sulGreen New Deal presentata alla Camera, non dico sul TTIP perché una campagna già c’è e dovremmo fare uno sforzo maggiore per sostenerla) e l’altra di contrasto all’austerity. E condividerle con quel mondo che si è animato intorno all’esperienza della lista Tsipras – e non solo, che là fuori c’è molto di più di quel che si può pensare – offrendo ad esempio sponda attraverso i nostri parlamentari.

Secondo: proporre – lasciando libertà di scelta – ai circoli, e organismi locali e territoriali di SEL di aderire e partecipare – qualora gli stessi ritengano ci siano le condizioni -ai circoli locali o quel che sarà dei comitati promotori della lista, da intendere non come un ipotetico embrione di chissà quale processo costituente verso una ipotetica Syriza italiana (non è il caso sinceramente), ma come nodi di scambio, relazione, possibile iniziativa politica comune. Altro che rifondazione “in vitro” di un nuovo partito, qua ci dobbiamo giocare la partita. Poi il resto se verrà verrà da se. Generato da esperienze concrete e non da teorie o schemi precostituiti, importati o già ammazzati dalla storia.

Terzo, rilanciare la proposta e l’elaborazione programmatica di SEL -al fine di poter avere maggiore capacità di ingaggio al proprio interno ed all’esterno su temi centrali rimasti ancora marginali nel dibattito a sinistra: disarmo e nonviolenza. debito ecologico e giustizia ecologica e climatica (non semplicemente ambiente ed ecologia ma critica radicale del modello di sviluppo e sostegno alle forme di resistenza dal basso e di produzione di alternativa), altraeconomia, diritti civili e diritti umani, diritti di cittadinanza transnazionale e cosmopolita, diversità culturale. Che si mettano a punto strumenti di produzione partecipata di contenuti ed iniziativa, attraverso campagne, social media, stimolo all’intelligenza collettiva ed alla cultura libera. E perché no, un pò di sana disobbedienza civile ed azioni dirette nonviolente?

Siamo in tantissimi e tantissime in SEL a vivere – spesso anche con difficoltà – in uno spazio ibrido tra partito e movimenti, tra politica e società civile, attivisti e persone “ponte”necessarie e fondamentali ora come non mai . C’è bisogno di creare modalità e spazi accoglienti per questa “comunità ibrida e trasversale”. Divertendosi anche a fare politica. Infine , aprire un percorso verso la conferenza di riorganizzazione che sia ampio,aperto, partecipato, non calato dall’alto, attraverso workshop, campagne di ascolto, scambio di esperienze con chi ha già lavorato alla riformulazione di strumenti di rappresentanza ed agire politico, modalità decisionali partecipate ed accessibili. Senza precipitazioni, ma profondamente, lentamente, dolcemente. Lentus,profundus, suavius, come ebbe a dire un grande Europarlamentare e non solo, Alex Langer, del quale spesso si parla ma dal quale pochissimo si prende esempio.

Commenti

  • dodi

    bene se questa è la linea che si prenderà allora io lascio stare sel e seguo il progetto di sinistra dell’altra italia, ben più interessante

  • dodi

    è vero che la politica non si fa con i se, ma avrei proprio voluto vedere cosa aveva da dire sel nel caso in cui la spinelli avesse optato per la circoscrizione sud…in quel caso allora andava bene? secondo me si, ci sarebbe stato qualche mugugno ma poi via assieme finalmente senza rc…due piccioni con una fava…io ritengo che nonostante lo smacco ricevuto sel deve continuare il percorso di dialogo con l’altra europa che non è fatta solo di barbara spinelli (che a me tra l’altro piace molto più di molti “compagni”) ma di un universo ancora inespresso che lotta contro l’austerità e non si fa ammaliare dalle sirene del renzismo…se sel invece crede di fare questa lotta alla sinistra del pd allora mi dispiace, non era questo il progetto con cui vendola aveva dato via a sel…forse mi sono sbagliato io, ho capito male…il progetto era di fare una grande sinistra progressista con il meglio (dei transfughi) del pd, con quelli di sinistra senza paraocchi, con i movimenti e con le energie buone di questo paese…queste energie oggi le possiamo convogliare soltanto sul progetto che ne conseguirà all’altra europa…ora sta a noi compagni decidere…possiamo ritenere che questo percorso lo può fare sel in autonomia (e io non ci sono) oppure possiamo negoziare (e ne avremmo il potere) con l’altra europa e gli scontenti del pd…il passo successivo deve essere una simbiosi di tale movimento politico con i movimenti che attraversano il paese…altrimenti cosa abbiamo guardato a fare syriza come modello in questi lunghi mesi? usciamo dai recinti, ma facciamolo noi per primi, facciamo vedere che ci teniamo di più a ri-costruire una forza di sinistra in questo paese…se sel si dissocia e torna a guardare alla sua destra (pd) allora cari miei le ambiguità di cui parlava la spinelli non erano infondate…

  • Francesco Martone

    Mi pare che non stia dicendo che dobbiamo chiuderci in noi stessi ma provare a proporre interlocuzione ed iniziativa politica condivisa anche al nostro esterno. Perfino mettere i nostri strumenti a disposizione persino con quelle realta’ associative, movimenti ed altro che intorno alla scadenza elettorale si e’ animato intorno alla lista Tsipras. Aprendoci e non arroccandoci ne’ sulla difensiva ne’ rivendicando la nostra unicita’. Non credo nelle scorciatoie tipo costituenti di partito di nessun tipo, ancor meno in questo frangente. Troppe ne ho viste e vissute come tanti altri. All’assemblea dei circoli territoriali sabato scorso c’ero, e si notava uno scarto tra la base ed il supposto ‘vertice’. base alla quale anche noi abbiamo partecipato e con la quale seppur in maniera diversa e differenziata in molti intendono continuare a confrontarsi e lavorare. In questo mi ritrovo molto con una nota di Claudio Riccio sul capovolgimento della ‘piramide’. Eppoi lungi da me definire la linea. Si discute, si propongono punti di vista.

  • Paolo Hutter

    siamo d accordo ! ma senza escludere il “sogno” di una syriza italiana (se fosse ANCHE verde sarebbe efficace)…i ballottaggi di ieri dimostrano quanto scontento ci sia e quanto spazio ci sia

  • Francesco Martone

    Non escludiamo nulla, ogni cosa a suo tempo.

  • Dario

    Sarò io poco profondo, ma in sostanza l’articolo cosa dice, oltre a ribadire di essere aperti e di essere una sinistra vera ma non ridicola come certi formazioni staliniste?

  • ophios

    Un rigraziamento dfi cuore a Martone. Manteniamo la capacità di ascolto e di dialogo, in questa fase convulsa serve una dose extra di saggezza, non disgiunta dalla chiarezza degli obiettivi politici che ci eravamo dati a suo tempo. SEL ha grande bisogno di riflettere e di discutere al suo interno. In questo senso il contributo di Martone è importante e spero si faccia sentire più spesso…

  • Francesco Martone

    Beh mi pareva di aver anche proposto delle cose da fare….ancora da fare….o forse non era cosi’ chiaro?

  • Marcello

    Manca solo un elemento: Barbara Spinelli ha accettato lo scranno europarlamentare per costruire la Syriza italiana. Ma l’Italia non è la Grecia, è più simile a Germania e Francia. Per noi una simile semplificazione del quadro politico e sociale italiano è inaccettabile, perché è frutto di una lettura ideologica della realtà economica e sociale.

  • francesco fazio

    In queste ultime ore l’isteria, la delusione lo sconforto e la rabbia hanno preso molti compagni. Fava vuole una resa dei conti in direzione, mentre altri compagni cercano di srotolare la complicata matassa in cui le scelte della Spinelli ci hanno messo. La verità la sanno tutti ma non vogliono dirla a chiare lettere perchè fa molto male. Restare in una prospettiva interna, riproducendo uno schema noto, porterà SEL all’estinzione. Eppure ci si ostina a fare discorsi fatui, riproduciamo un errore che fu di RC, guardarsi all’interno pensando di essere autosufficienti, con la speranza di diventare la sinistra di riferimento, e invece le prospettive sono altre e ben più serie.Bisogna andare oltre lo schema che già fu di Lucio Magri, almeno lui pensava di parlare al PCI, ma il PD non è neanche l’ombra di quel che era il PCI. Questo ragionamento di Francesco Martone da un colpo al cerchio e uno alla botte, e l’unica soluzione possibile da lui prospettata non è a mio avviso quella giusta. Accordi con i PD locali, sinistra indipendente sulla politica nazionale ma poi si sa che si finirà con il presentarsi con il PD per scomparire facendo finta di non farlo. La decisione della Spinelli è vero ha dato l’esempio di uno dei mali della sinistra, ma l’esperienza della Lista Tsipras appartiene a tutti coloro che hanno creduto in un progetto unico e vitale per il futuro della sinistra. Questa esperienza non si può ripetere con SEL sola, perchè il nostro partito ha assunto ipotesi politiche che con lo slogan cultura di governo si è mostrata con tutta l’ambiguità che questo rappresenta nel momento in cui si chiede a Renzi di mostrare qualcosa di sinistra. No non ci siamo: Noi dobbiamo ricordare anche un’altra delle tesi fondative di questo partito: Non innamorarsi del partito e andare verso un processo di trasformazione….. amen.

  • Francesco Martone

    Ma scusa dov’e’ che parlo di PD? Dico proprio che sel se si rinchiude in se’ stessa muore, e che quindi ci si deve attrezzare a tal fine

  • francesco

    Si scusa hai ragione, ma nella convulsione della miriade di interventi mi sono lasciato prendere la mano. Non ti nascondo che il mio timore nasce dal fatto che dietro la parola d’ordine “lavoriamo per il partito” si nasconda, non mi riferisco a te in particolare, l’idea di sganciarsi dal processo in corso, che se è tutto da vedere comunque resta importante e vitale. Perdona la mia risposta dovuta più ad una lettura veloce e prendi come un contributo al tuo ragionamento la parte in cui condivido il percorso in cui sostieni comunque il contato con il processo avviato nei comitati.

  • francesco

    Andiamo avanti. :-) determinati senza perdere la necessaria tenerezza diceva qualcuno

  • mariosi

    Va bene,alla fine un Eudeputato non sara’ tutto.Lo sapevamo che il fine era superare il 4 per cento e vedere se esistevano i presupposti per andare avanti.Ci sono,andiamo avanti,basta lamentazioni ,prendiamo i partecipanti e mandiamoli a preparare le elezioni regionali.Compresa la povera Bacchiddu,che emerge come un gigante rispetto alle parigine.
    Piccolo pensierino: caro Fratoianni,caro Migliore,caro Fava, cio’ ci insegni la lezione;possiamo discutere ma da soli ………amen.

  • mariosi

    Ma quale Syriza,questa al massimo puo’ fare la coop Sfasciacarrozze.
    Lasci ad altri ,piu’ umili e capaci simili imprese…..e non si faccia piu’ vedere .

  • John Rawls Fan

    Qualche proposta e qualche principio ci sono, ma bisogna andarli a cercare in una valanga di dichiarazioni condivisibili ma troppo generiche. Sel aderendo all’Altra Europa ha mostrato di volersi distinguere dal PD come unica forza di opposizione credibile e con un minimo di consensi. Ora chi ha votato per l’Altra Europa si attende una netta presa di distanza dal PD. Bisogna quindi dettagliare meglio questo punto ed essere più chiari su come aprirsi ad elettori che non si sentono di sinistra ma che sono orfani di una politica solidale e ragionevole e che vedono nell’Altra Europa il loro baluardo, certo da migliorare e sviluppare.

  • francesco martone

    Io credo che a buona parte di quel popolo di sinistra diffusa ( ti assicuro che mica tutti hanno poi votato Tsipras o addirittura partecipato alle elezioni) si riesca a parlare attraverso campagne, iniziative mirate, concrete, offrendo luoghi di partecipazione ed elaborazione collettiva. Non dichiarazioni di principio ma grande concretezza nel perseguire degli obiettivi che contribuiscano a migliorare le condizioni di vita materiali delle persone. Forse mi sbaglierò ma questo a me pare un punto di partenza concreto e non generico. E che dovrebbe ispirare il nostro agire politico a prescindere.

  • filippo pota

    il congresso ha sbagliato ad accodarsi a questi intellettualoidi da “bar casablanca”,solo stando tra la gente e recependo i problemi economici e esistenziali si può parlare di sinistra ………il resto è chiacchiere da salotto………….abbiamo fatto una operazione da vecchia e becera politica, e un giovane deve far spazio a una che parla e non si capisce quello che dice…….s.o. compagni e avanti con sel……noi siamo sel ….nessuno si senta escluso.

  • John Rawls Fan

    Ma è ovvio che si debba parlare “attraverso campagne, iniziative mirate, concrete” e “perseguire degli obiettivi che contribuiscano a migliorare le condizioni di vita materiali delle persone”!!! Bisogna indicare però quali e come!!! Gli esempi che hai citato (reddito minimo, Green New Deal, TTIP, contrasto all’austerity) sono ottimi, ma non bastano. Ma è possibile che debba essere la Lega ad organizzare un referendum contro la riforma Fornero? Vogliamo revisionare l’art. 18 come è stato (fra l’altro, pedestremente) riscritto da un governo al quale TUTTI i parlamentari del PD hanno dato la fiducia? Vogliamo citare la riforma della legge elettorale, visto che non credo proprio che agli elettori di SEL piacciano il “Porcellum” o l'”Italicum”? E la riforma del Senato? Sono tutte iniziative che però presuppongono di andare in rotta di collisione col PD. Ma non si può fare altrimenti: se a uno sta bene quello che fa il PD, perché dovrebbe mai votare un altro partito? E se a uno invece non sta bene, perché dovrebbe votare un partito troppo accomodante col PD?

  • Francesco Martone

    Hai elencato temi centrali per la nostra iniziativa politica. Non che me ne fossi dimenticato ma avevo in mente temi con una ‘proiezione’ europea. Temi che in gran partr avevamo gia’ identificato con la campagna ‘L’Europa ce lo chiede’ che potrebbe essere ripresa e rilanciata. Assieme alle altre questioni di cui parli. Guarda io credo che la nostra posizione politica che sia propria di SEL o condivisa con un ambito piu’ largo a sinistra non possa definirsi ed affermarsi per default rispetto al PD che sia in termini di opposizione a prescindere o di alleanza a tutti i costi. Abbiamo il nostro progetto politico, spero il piu’ condiviso possibile all’esterno di SEL e lo perseguiamo con concretezza. Se come in casi di amministrazioni locali il PD risulta essere compatibile con tale progetto bene se – come nel caso nazionale – almeno con questa conformazione, alleanze, e proposta di governo, no. E quindi la posizione non puo’ essere che all’opposizione Se su alcuni punti o proposte si riscontra compatibilita’ ci si puo’ ragionare. Senza sconti o rimescolamenti di fronte

  • mediareculture

    Tsipras è un Renzi greco, anzi peggio, perché prometteva di più e gli elettori si sono accorti, infatti i consensi di “Alba D’orata” aumentano ogni giorno??? Syriza è già spaccata per l’euro ma signora Spinelli ha già la poltrona sicura?

  • Gabriele Attilio Turci

    Non appartengo a Sel, ma a quella sinistra diffusa che in larga parte non ha votato o che, comune questa tornata delle europee è entrata nella campagna della lista Altra Europa (preferisco chiamarla così) intendo che il progetto di una Syriza italiana era degno e necessario . John Rawls argomenta questioni ineccepibili e Martone cerca di far capire (agli altri) che queste sono straordinariamente urgenti. Sì il nodo è proprio quello del rapporto col PD. Un PD che non ha il 40% dei voti ma appena il 25% perché l’astensione è stata massiccia. Da cui pure Altra europa non ha il 4% ma meno del 2. Discende che c’è una grande strada da percorrere e solo praticandola con umile attenzione riusciremo a rimettere insieme i cocci nella sinistra (perché definire “stalinisti” RC o simili, ce ne vuole o quantomeno allora si potrebbe dare benissimo del fascista a Renzi visto quel che fa e pensa e da chi è economicamente supportato.
    La cosiddetta opposizione interna nel PD è solo un coacervo di imbelli, pronti a tacere con una presidenza del partito e comunque schiavi di una supposta e becera volontà di potenza.
    Se non sono bastati questi ultimi due anni e in particolare questi ultimi quattro mesi a far capire dove è finito e cosa rappresenti il PD, mi domando cosa altro occorra. Vedere che c’è ancora chi accarezza l’idea di un possibile rapporto politico con costoro più che tenerezza induce sdegno, Ovviamente prima o poi si tratterrà di sviluppare una strategia di incontro o collaborazione con questa espressione del centrismo italiano, ma solo quando la sinistra si sarà ricomposta, riattrezzata e avrà superato abbondantemente il 20% degli elettori veri e non dei votanti…