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Lunedì, 21 settembre 2015

Sel dalla parte delle “donne e uomini scalzi”. Basta con le parole di odio verso chi scappa da guerra e fame

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Siamo in quell’Europa, dove chi fugge dalla guerra trova altra guerra. La guerra creata da quelli che Kurt Tucholsky definiva gli “assassini da scrivania”. Quelli che contribuiscono ad avvelenare i pozzi della convivenza e della reciprocità; quelli che inventano divisioni, fazioni. Quelli che con parole come bombe provano a costruire e orientare il senso comune, per cui una persona che scappa e chiede aiuto è un “clandestino”: “Aiutiamoli a casa loro” (pur sapendo che una casa non l’hanno più) sostituisce “non li vogliamo”. “Accogliamo solo i cristiani bianchi” sostituisce “musulmani e negri stiano a casa loro”. Quelli che continuano a parlare della “sinistra dell’accoglienza a tutti i costi”, pur sapendo che la Sinistra in tutta Europa ha proposto da anni le soluzioni più giuste.

Eccola l’altra guerra, quindi. Si gioca con i discorsi di odio, con le formule di rito semplici, con il linguaggio della paura, con la creazione di scenari apocalittici, con televisioni compiacenti, giornali compiacenti, giornalisti compiacenti.

La paura blocca la mente e richiede delega piena, protezione, armi, capi, capetti, muri, fili spinati. E ancora altri assassini da scrivania. Li’ dobbiamo continuare ad agire, a non mollare la presa, a raccontare le verità che nessuno ha interesse a mostrare, perché la paura conviene.

E’ per questo che oggi pomeriggio, lunedi 21 settembre  Sel sarà con le “donne e gli uomini scalzi”, alle ore 18, davanti all’ambasciata di Ungheria in Italia (via dei Villini 12 – zona Nomentana) e davanti a tutte le sedi consolari ungheresi nel nostro Paese, perché nell’Europa dei diritti, nell’Europa che vogliamo, non può esserci posto per manganelli, arresti e violenza nei confronti di chi scappa dalle guerre e dalla fame.

 

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