Sei in: Home › Attualità › Notizie › Senato, da domani si vota. De Petris: Pd dimentica sue proteste per democrazia contro riforme di Berlusconi
Mercoledì, 9 luglio 2014

Senato, da domani si vota. De Petris: Pd dimentica sue proteste per democrazia contro riforme di Berlusconi

Il ddl del governo sulle riforme approderà in Senato domani pomeriggio, mentre il voto sugli emendamenti inizierà mercoledi’ 16 luglio. L’obiettivo è concludere l’esame del testo giovedì 17. Lo ha stabilito, a maggioranza, la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Bocciate dall’Aula le richieste di Sel e M5s di cambiare il calendario deciso dai capigruppo.

Una settimana in più per l’esame del testo di revisione della seconda parte della costituzione, era la richiesta in aula dei senatori di Sel e M5S.  Richiesta respinta. Per Loredana De Petris capogruppo di Sel al Senato «Così viene impedito fisicamente di scrivere la relazione di minoranza. Vogliono applicare sulla riforma Costituzionale il contingentamento dei tempi (la cosiddetta ghigliottina) e di tutti gli altri provvedimenti – dal Ddl Anticorruzione al Decreto Competitività – non gliene importa nulla, perché l’unica priorità è portare a casa un a prima votazione sulle riforme Costituzionali». «Zanda – accusa ancora la senatrice – protestava contro la riforma di Berlusconi che era da due mesi in Aula, denunciando che le minoranze dovevano esprimersi, ma evidentemente quando si passa al governo si dimentica tutto. L’obiettivo ora è l’approvazione del testo in prima lettura prima del prossimo 16 luglio, quando Matteo Renzi tornerà a Bruxelles per il nuovo appuntamento europeo».

Intanto, i relatori (assieme alla Finocchiaro, anche il leghista Roberto Calderoli) hanno presentato l’emendamento che recepisce l’accordo fra maggioranza e Forza Italia sulla scia del patto del Nazareno. Esso prevede che i senatori non vengano eletti dai cittadini bensì dai consigli regionali in proporzione della consistenza dei gruppi consiliari. La modifica prevede inoltre che scenda da 3 a 2 il numero minimo di senatori che ciascuna regione potrà avere nel futuro Senato.

Novità anche sull’elezione del Presidente.La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un emendamento alle riforme presentato da Miguel Gotor (Pd) che modifica il quorum necessario ad eleggere il presidente della Repubblica, e spostando dal quarto al nono lo scrutinio nel quale è sufficiente la maggioranza assoluta. Attualmente l’articolo 83 della Costituzione richiede il quorum dei due terzi nei primi tre scrutini, che diventa alla quarta votazione maggioranza assoluta. L’emendamento approvato prevede invece il quorum dei due terzi nei primi quattro scrutini, che scende ai tre quinti nei successivi quattro, e si abbassa dalla nona votazione alla maggioranza assoluta dei “grandi elettori”. Spariscono dalla platea degli elettori i delegati regionali.

Commenti