Senato e Riforme, Sel: ci abbiamo provato ma maggioranza sorda a ogni modifica. Pronti a costruire i comitati referendari per il No
L’atteggiamento del governo è cambiato rispetto ai giorni del muro contro muro. Però solo nelle forme, non nella sostanza. Ostruzionismo o dialogo, il risultato non cambia: la strada per modificare la riforma costituzionale è sbarrata.
Lo hanno detto ieri mattina la presidente del Grppo Misto SEL al senato Loredana De Petris e il coordinatore di SEL Nicola Fratoianni, in uina conferenza stampa convocata per fare il puto sulla situazione e chiarire alcuni equivoci suggeriti da una stampa non proprio disinteressata. Prima di tutto: non c’è alcuna trattativa in corso col governo né alcun atteggiamento conciliante di Sel in cambio di ipotetiche contropartite. Sel, ha chiarito la presidente De Petris, non si era mai riproposta azioni aventiniane come l’abbandono dell’aula. Quella decisione era stata una conseguenza diretta dell’atteggiamento Grasso, arrivato a silenziare il microfono della relatrice di minoranza, la stessa senatrice De Petris, ma Sel non ha mai inteso fare altra battaglia che quella, in aula, per l’approvazione dei suoi emendamenti. Invita anzi lega e M5s a rientrare in aula per condurre insieme quella battaglia. La Lega, qualche ora, dopo rientrerà effettivamente in aula. Il M5S per ora no.
Nessun Aventino, ma anche nessun ritiro degli emendamenti. Impossibile a fronte della blindatura della riforma da parte del governo, identica a fronte del dialogo come lo era stata di fronte all’ostruzionismo. L’immunità è rimasta per tutti, nonostante le evidenti assurdità che comporta. La platea per eleggere il capo dello Stato non è stata allargata. Le firme per le leggi di iniziativa popolare verranno abbassate, ma non per tornare a quelle che erano: si tratterà sempre di 150mila firme invece che 50mila. L’unica apertura, quella sulle firme per il referendum, è quasi vanificata dalla decisione di riportare il quorum al 50% più uno degli aventi diritto ove si tornasse alle 500mila firme per convocare i referendum.
In questa condizione l’opposizione non può che essere radicale e la critica radicale. La riforma è un passo indietro robusto in termini di democrazia sostanziale e, se l’Italicum resterà quello che è lo sarà molto di più. Ma le critiche pur durissime al pd di Renzi, ha chiarito Fratoianni, non comportano affatto la denuncia delle giunte regionali e comunali dove Sel governa insieme al pd e tanto meno proibisce le alleanze future per regioni e comuni. Non si vede infatti perché gli errori gravissimi di Renzi debbano impedire di govrnare bene regioni come l’Emilia-Romagna o la Calabria, dove si voterà nel prossimo novembre.
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Sinistra Ecologia Libertà





