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Giovedì, 1 maggio 2014

Siamo come siamo. Dal Liceo Giulio Cesare ad una scuola in cui si insegni l’educazione sentimentale

Lunedì al Liceo Giulio Cesare di Roma è avvenuto l’ennesimo vile attacco omofobo da parte di alcuni militanti di gruppi di estrema destra. La protesta, contro la lettura del libro “Sei come sei” di Melania Mazzucco, è una ignobile censura, una minaccia alle libertà, e rappresenta l’arretratezza socioculturale di alcuni gruppi di persone che vogliono istigare i giovani a comportamenti discriminatori e omofobi.

Il romanzo di Melania Mazzucco, “Sei come sei”, è una storia di omogenitorialità: due genitori dello stesso sesso, Giosè e Christian, decidono di avere una bambina grazie ad un utero in affitto. Ovviamente fuori dall’Italia perché questo argomento continua ad essere un tabù nel nostro Paese. Per un caso del destino muore proprio uno dei due padri, proprio quello biologico, rendendo la bambina di fatto orfana. Da lì prende il via un romanzo di formazione, possiamo dire, che racconta l’adolescenza di Eva, le offese dei compagnetti di classe, il suo affidamento ad uno zio ma anche la storia dell’amore e delle difficoltà di una famiglia come tante.

Nel laboratorio di lettura di questo romanzo sono state coinvolte due quinte ginnasio (età tra i 14 e 16 anni), che hanno letto interamente il libro nel periodo di Natale e poi hanno elaborato un saggio a partire dalle parole di Papa Francesco «Chi sono io per giudicare?» pronunciate proprio sull’omosessualità.

La protesta dei gruppi estremisti davanti alla scuola è arrivata solo questa settimana. Insieme alla notizia che alcuni genitori degli studenti hanno denunciato i professori “responsabili” di aver «obbligato a leggere un romanzo a forte impronta omosessualista». Un’impronta realista, a nostro avviso: il romanzo non fa altro che raccontare sentimenti, tragedie e storie di vita di tante famiglie e persone che già esistono nel nostro Paese ma che non vengono riconosciute. Al contrario di altri Paesi Europei, in Italia proprio gli omosessuali vivono sulla loro pelle lo strazio di uno Stato che non ne riconosce i diritti: niente unioni civili, niente adozioni per coppie omosessuali, niente fecondazione assistita e utero in affitto.

Perché censurare con la scusa che gli studenti non siano in grado di confrontarsi con la sessualità e i sentimenti? Perché tagliare dalla loro educazione una parte importante della loro vita? Molti pensano che tali argomenti debbano essere affrontati all’interno del nucleo familiare. Ma un Paese maturo non può commettere l’errore di pensare che tutti gli adolescenti vivano le stesse situazioni familiari! L’esperienza ci racconta come la violenza e l’omofobia spesso si annidino proprio tra le mura di casa.

La scuola deve piuttosto essere un luogo aperto, uno spazio in cui si insegna il rispetto per le differenze. Perché è il luogo in cui i ragazzi e le ragazze trascorrono la maggior parte del loro tempo: bisogna offrire proprio lì dentro gli strumenti di lettura dei processi storici, culturali e sociali. Solo così si può creare una futura cittadinanza consapevole, solidale e aperta alle differenze.

Ecco perché la lettura di un romanzo come quello di Melania Mazzucco altro non è che l’occasione per i ragazzi di confrontarsi su ciò che li circonda. Che dovrebbe essere il primo compito degli insegnanti: fornire strumenti per capire la realtà e quindi conoscere meglio se stessi. Le associazioni «Giuristi per la Vita» e «Pro Vita Onlus» hanno definito pornografico il libro “Sei come sei”. Noi riteniamo invece che sia osceno che nel 2014 si sbandieri un concetto immaginario come quello di “normalità”, senza educare alle differenze, alle diversità, alla realtà. Il nostro è un Paese ancora troppo pieno di pregiudizi e discriminazioni. Le stesse che Eva, la protagonista del romanzo, deve affrontare durante la sua vita da figlia di una coppia omosessuale.

Melania Mazzucco attraverso il suo romanzo giunge alla conclusione che il vero pericolo per i bambini non è l’orientamento sessuale di chi li cresce ma i preconcetti, gli stereotipi e la violenza della nostra società. Ben vengano quindi le dichiarazioni della ministra Giannini in difesa dei docenti del Liceo Giulio Cesare e i progetti di una scuola che integri i libri classici a temi d’attualità per affrontare i temi delle diversità sessuali, religiose, culturali. Ma dobbiamo fare in modo che i progetti virtuosi attualmente in atto in alcune scuole devono essere sistematizzate in un unico programma scolastico nazionale.

Sono troppi i ragazzi che hanno scelto di togliersi la vita per non riuscire più a sopportare offese, insulti, umiliazioni. Per buttare fuori l’omofobia e il bullismo dalle nostre scuole dobbiamo educare alle differenze, all’affettività, dobbiamo introdurre l’educazione sentimentale.

Ho presentato un’interrogazione parlamentare alla ministra Stefania Giannini. Vogliamo capire come il Miur ha intenzione di adottare pienamente la strategia nazionale dell’Unar e come vuole intervenire a tutela degli insegnanti dopo le denunce ricevute e le proteste di cui sono stati vittime.

Le persone omosessuali, le loro famiglie e i loro figli sono una realtà del nostro Paese e la scuola non può ignorarli: deve occuparsene nel senso di integrare gli studenti gay e lesbiche prevenendo ogni forma di esclusione che si realizza anche quando si evita di parlare di loro o che se ne parli in maniera irrispettosa; deve occuparsene nel senso di integrare i figli delle persone omosessuali, partendo dal rispetto delle loro famiglie; deve parlare senza alcun tabù di omofobia e transfobia.

Ministra Giannini, calendarizziamo la proposta sull’introduzione delll’educazione sentimentale nelle scuole, come prevede la proposta di legge di cui sono prima firmataria! Insieme a me lo chiedono quasi 25.000 italiani che hanno firmato la petizione #1oradamore su change.org. Solo con la cultura e la prevenzione si possono sradicare i pregiudizi e demolire gli stereotipi di genere.