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Lunedì, 9 novembre 2015

Spese Renzi, il sindaco Nardella nega gli scontrini. Sel occupa Palazzo Vecchio

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«E’ durata 25 ore senza mangiare, dormire e con i servizi igienici interdetti all’accesso, la mia attesa nell’anticamera del direttore generale in Palazzo Vecchio per tentare di esercitare il mio diritto di accesso agli atti». Lo afferma il capogruppo di Sel al Comune di Firenze Tommaso Grassi che da anni chiede di poter visionare gli scontrini delle spese di ristorante di Matteo Renzi quando era sindaco del capoluogo toscano.

Degli scontrini di Matteo Renzi sindaco ancora nessuna traccia. A ormai un mese dalla richiesta, Palazzo Vecchio temporeggia ancora e con un pretesto nega ai consiglieri comunali l’accesso agli atti, nonostante sia un diritto a loro riconosciuto per legge.

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Così ieri mattina il consigliere di Sel, Tommaso Grassi, ha organizzato un flash-mob in piazza della Signoria e ha poi occupato gli uffici della direzione generale con sacco a pelo e l’occorrente per la notte. «Siamo stanchi di essere presi in giro, è ormai chiaro come il sole che abbiano qualcosa da nascondere», afferma Grassi. Il dirigente che custodisce gli atti, Francesca Santoro, aveva accordato a Grassi – dopo varie richieste – un incontro per venerdì alle 12. Ma al mattino una missiva del direttore generale, Giacomo Parenti, ha intimato di tenere ancora sotto chiave i documenti. Motivo? “La documentazione richiesta risulta particolarmente voluminosa” e la “Procura della Corte dei conti ha aperto un’inchiesta in merito pertanto il tutto è coperto da riservatezza”. Ma la riservatezza è sull’inchiesta, non sulle spese di rappresentanza.

Non solo: come ha fatto sapere la stessa magistratura contabile, la riservatezza non è applicabile ai consiglieri comunali a cui deve essere garantito per legge libero accesso agli atti. Ancora ieri il sindaco, Dario Nardella, interpellato in merito, ha ribadito che il Comune di Firenze “è trasparente e rispetta le norme sulla divulgazione delle spese di rappresentanza”. Sul sito internet però rimangono sempre e solo dei resoconti superficiali e privi di dettagli. Si parla genericamente di “incontri istituzionali” e mancano persino le date di riferimento.

Insomma, se per la legge è tutto in ordine, allora perché non rendere pienamente trasparenti e dettagliate le spese sostenute come ha fatto l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino?

«I cittadini e le cittadine – prosegue il capogruppo di Sel – mi hanno eletto anche per verificare l’operato della Amministrazione e voglio, come mi consente la legge, valutare se con i soldi pubblici sono state fatte scelte corrette o meno. La rilevanza etica e morale di una spesa pubblica non e’ una questione da sottovalutare».

«Lo ripeto volevo e voglio solo esercitare il mio diritto ad accedere agli atti ma mi sono stati negati nonostante annidi richieste. Da ieri mi hanno precluso la possibilita’ di mangiare, usare il bagno e farmi portare l’acqua. Sono addirittura stato denunciato dal comune, ma la legge mi consente di accedere a questi luoghi del Palazzo in cui esercito le funzioni di Capogruppo e sono stato li’, per quanto mi riguarda, in piena regolarità».

«Ho lasciato quindi il Comune di Firenze – conclude Grassi – in cui tornerò oggi, per continuare questa battaglia di trasparenza per tutti noi».

 

Commenti

  • angela merlino

    Piccolo esposto in procura no ! ?

  • Renata Sanmicheli

    tieni duro, basta con questi furboni che si sentono autorizzati a fare di tutto e di piu’ infischiandosene delle leggi

  • cbb

    Inoltrare esposto a prefetto e procura della repubblica .

  • Edoardo Trotta

    Io non credo che la “pauperizzazione” del “Ceto” politico sia una necessità. Sicuramente si dovrebbe lavorare per una maggiore trasparenza e chiarezza delle “spese” e degli introiti dei Politici di professione.
    Ridurre, ma non nella misura chiesta dagli integralisti, costruire criteri “Certi” per evitare che facendo di tutta l’erba un fascio, favorisca i soliti furbetti. Tanto a pagare saranno solo quelli da pochi euro peraltro documentati.