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Mercoledì, 9 aprile 2014

Un breve divorzio. La commissione giustizia della Camera vara il testo unico

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In Gran Bretagna, Germania, Francia e in molti altri Paesi non ci vogliono tre anni per divorziare come invece avviene in Italia. Un tempo tanto lungo quanto inutile. Certo non serve come deterrente per continuare un rapporto ormai evidentemente logorato. Ma non solo.

Tre anni di attesa producono un danno perché vincolano troppo a lungo le persone ad una relazione finita e per questo non permettono loro di guardare avanti ad un futuro diverso: si ostacola così un nuovo progetto di vita. La realtà ci dice che quel tempo può esasperare il conflitto e accentuare sentimenti di rivalsa; la cronaca ci consegna tanti episodi di violenza tra i coniugi e di stalking esattamente in questo tempo. Ma un periodo così lungo fa male anche e soprattutto ai figli di quei genitori: per loro la lunga gestazione del punto finale si traduce in ulteriori traumi.

Insomma da qualunque punto di vista si legga la legge italiana sul divorzio del ’70, gli aspetti negativi emergono con evidenza e quelli positivi non si riesce a trovarli: anche quelli dei costi considerevoli legati a procedimenti così lunghi.

La Commissione giustizia della Camera ha varato un testo unico nel quale sono confluite le diverse proposte di legge presentate sull’argomento, anche quella di Sinistra Ecologia Libertà che proponeva di abbassare ad un anno dall’inizio della separazione il tempo per il divorzio definitivo e di fissarlo in due anni in caso di coppie con figli.

Poi è importante anche che si anticipi lo scioglimento della separazione dei beni al momento in cui il Presidente del Tribunale autorizza i coniugi a vivere separati. Oggi secondo il codice civile tutti i beni acquisiti dai coniugi rimangono in comune, nonostante sia venuta meno la convivenza, fino alla fine del procedimento: ed anche questo ostacola in modo pesante un nuovo progetto di autonomia e di vita.

Possiamo e dobbiamo cambiare pagina perché il Paese è cambiato, le donne sono cambiate, gli uomini sono cambiati, le relazioni sono cambiate, anche le leggi devono cambiare. Perché i diritti di libertà e di rispetto per le persone non sono un optional ma la condizione per la modernità di un Paese e misurano la qualità della sua democrazia.

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