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Mercoledì, 29 aprile 2015

Una delusione la direttiva Ue sulla Xylella, la Puglia non venga abbandonata!

ulivi

Eravamo partiti da una prospettiva catastrofica che era quella di procedere a eradicazioni indiscriminate, con il rischio di un vera desertificazione del Salento. Questo rischio è stata sventato con la battaglia strenua della Regione Puglia e del Ministero e grazie anche alla grande mobilitazione degli agricoltori, di vivaisti, dei movimenti ambientalisti e dei cittadini, che vi è stata in tutto il Salento. Oggi siamo di fronte alla prospettiva di estirpare le piante che risulteranno infette solo nella zona di sorveglianza nel nord del Salento e nella zona di eradicazione all’interno della provincia di Lecce, anche se ribadiamo naturalmente il concetto che nessuna pianta sana debba essere toccata.
Un elemento della direttiva però che ci colpisce negativamente è quello relativo al divieto di commercializzazione della vite. Al momento non c’è una ragione scientifica poiché non è dimostrato che questo ceppo di Xylella colpisca la vite.
Sono preoccupato per il ricorso massiccio all’uso dei fitofarmaci per cercare di sconfiggere la malattia. Il messaggio che vorrei dare a questo proposito è questo: più pratiche agronomiche corrette, meno fitofarmaci. L’abuso della chimica non è la medicina per i problemi dell’agricoltura, rischia di essere il problema dell’agricoltura.
Abbiamo aperto anche con il Ministero dell’Agricoltura e con Bruxelles, il dossier che riguarda il ristoro agli agricoltori, ai vivaisti e a tutti i lavoratori colpiti economicamente da questi problemi. Per quanto riguarda la possibilità di presentare un ricorso alla Corte di giustizia europea, abbiamo intenzione di approfondire anche sul piano giuridico quelle parti della direttiva considerate più critiche come ad esempio quelle che prevederebbero l’estirpazione di piante nell’arco dei 100 metri a partire dalla presenza di una pianta infetta. Per noi è inaccettabile il taglio di qualunque pianta sana.
Una direttiva europea è utile per una sola ragione, perché senza direttiva europea noi saremmo in presenza dell’anarchia degli stati. Ognuno si comporterebbe secondo i propri interessi economici commerciali. E a questo proposito, forse l’Europa dovrebbe far partire monitoraggi in tutto il vecchio continente perchè ci sono già segnalazioni per quanto riguarda la presenza del batterio in diversi paesi.
Noi dovremmo trasformare questa vicenda drammatica nell’occasione per ripensare i modelli culturali e anche colturali di governo dell’agricoltura. Dovremmo far partire sperimentazioni importanti, come ad esempio quella di  un grande parco scientifico internazionale nel Salento. La Regione Puglia è pronta a finanziare progetti di sperimentazione all’interno del Parco per individuare metodi di prevenzione e di convivenza.

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