Vorrebbero cacciarci dalle fabbriche… non ci cacceranno dai cancelli
Coordinamento Regionale SeL Basilicata
Gli attacchi del parlamentare Pd Speranza a Landini nascondono una perversa deriva che si è quasi definitivamente appropriata del Pd a domino renziano: tutto ciò che rischia, attraverso l’enunciazione di semplici verità, di disturbare il manovratore deve essere ridotto a silenzio. A maggior ragione se a giustapporre le questioni in campo è la classe operaia, con il suo portato di consapevolezza e di critica.
In questo quadro non è strano che l’attacco arrivi non già dal solo Renzi – e/o dalla nutrita folla di suoi convinti sostenitori – bensì da quel magma in cui sopravvive il ‘diversamente renzismo’ stretto nella morsa della frustrazione per una continua posta di penultimatum e la ricerca di uno spazio mediatico.
La polemica di Speranza sembra avere a che fare più con il soldato della Gerusalemme Liberata che con il rulo del dirigente. E ci sarebbe da ridere se non fosse per le drammatiche politiche antisociali che il governo Renzi – in continuità totale con i governi del rigore che lo hanno preceduto – sta perseguendo, arrivando con il Jobs Act a porre la pietra tombale sullo Statuto delle lavotratrici e dei lavoratori.
Siamo all’apice di quella che Gallino ha più volte definito la ‘lotta di classe al contrario’… a quella che potremmo definire la resa dei conti che chiude una fase storica che è anche fase politica ed economica, all’interno di un costituendo ordine in cui il lavoro, i suoi diritti e le sue tutele vengono definitivamente sottoposti e resi subalterni al primato del profitto, con una destinazione tecnicista ed esecutoria del ruolo degli stati e dei governi.
Tutto questo chiede una nuova consapevolezza per la sinistra tutta e, in essa, anche per noi che proprio sulla rappresentanza politica di chi rischia di soccombere abbiamo aperto la scommessa di questo nuovo millennio. E farlo a partire dai luoghi in cui è direttamente palpabile la qualità dello scontro in atto, affinchè quei luoghi diventino, anche nell’immaginario, il punto di partenza di un nuovo filo rosso che, a partitre dalla fabbrica, attraversi territori, generazioni e spazi sociali in grado di riconnettere e ritrovare quel lessico arenatosi sotto i colpi del pensiero unico.
Vogliono ridurci al silenzio, ma noi ci riapproprieremo della parola e della critica. Lo faremo dai cancelli delle fabbriche, dai rioni popolari delle città, dalle pieghe e dalle piaghe della recarietà. È questo il percorso inaugurato la settimana scorsa e continuato lunedì 16 quando, con la coordinatrice regionale di SEL Basilicata Maria Murante e con il senatore Giovanni Barozzino, ci siamo ritrovati davanti ai cancelli della Fiat-Sata di Melfi per distruibuire volantini.
Sinistra Ecologia Libertà





