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Mercoledì, 11 maggio 2016

Votiamo si a questa legge perché siamo capaci di distinguere quando si discute della vita di persone in carne ed ossa

Roma1

La dichiarazione di voto di Sinistra Italiana.

Grazie, signora Presidente. Signori del Governo, Sinistra Italiana non voterà la questione di fiducia che voi avete posto; non voterà la fiducia a un Governo che non la merita, che non la ha da parte del Paese; non voterà la fiducia a un Governo che confonde l’Associazione nazionale dei partigiani italiani con CasaPound; non voterà una questione di fiducia che, ancora una volta, si pone come uno strumento di coercizione del dibattito parlamentare. Vedete, signori del Governo, potevate consentire una discussione in questa Camera, potevate consentire a questa Camera la possibilità di lavorare al miglioramento di una legge che arriva dal Senato largamente menomata rispetto alla sua versione originale.

Invece, avete scelto uno strumento, quello della fiducia, che ha in sé tutta la cifra del coraggio che vi è mancato, ancora una volta, ossia il coraggio che vi è mancato nel superare definitivamente l’arretramento di cui questo Paese soffre da troppi anni, il coraggio che vi è mancato nel riconoscere fino in fondo quel diritto fondamentale di bambini e bambine che, ancora oggi, con questa legge, non vedranno riconosciuto il loro diritto fondamentale ad essere cittadini e cittadine pieni, pari a tutti gli alti, a quelli con cui vanno a scuola, con cui giocano, con cui costruiscono il loro percorso di vita. Vi è mancato quel coraggio necessario a fare in modo che una legge come questa, che pure fa un passo avanti sul terreno dei diritti, potesse rompere fino in fondo quel muro di ipocrisia che vi ha costretto a disegnare una scatola giuridica nella quale lo sforzo, perfino ossessivo, è parso concentrato sull’eliminazione di ogni riferimento, di ogni allusione tesa a riconoscere nelle unioni tra persone dello stesso sesso la dimensione dell’affetto e la dimensione dell’amore, ridotte a una condizione perfino asettica, quella di un contratto.

Vedete, in quell’ipocrisia c’è la natura delle vostre contraddizioni, c’è la natura di una mancanza di coraggio che va oltre l’equilibrio dei numeri di questo Parlamento, di questa Camera, del Senato, da cui proviene questa legge. C’è l’ipocrisia di una cultura politica che, ancora oggi, non fa i conti fino in fondo con la storia, con il mondo nel quale viviamo, che non ha avuto il coraggio e la capacità fino in fondo di misurare uno scontro, un conflitto con quelle posizioni che ancora pensano, dichiarandolo o meno, che l’orientamento sessuale non sia fonte di una differenza, ma sia fonte legittima di una discriminazione sul piano dei diritti. Infatti, la verità, signori del Governo, è che questa legge, ancora una volta – pur dentro un avanzamento, che, ripeto, riconosciamo e vediamo e che motiverà il nostro voto a proposito del provvedimento, su cui verrò tra poco –, ancora oggi, costruisce una insopportabile discriminazione in questo Paese.

Avremmo voluto – ci siamo battuti nelle Aule di questo Parlamento, lo abbiamo fatto nelle Commissioni, ovunque è stato possibile – una legge che riconoscesse una parità piena, i matrimoni egualitari, non per una particolare affezione all’istituto del matrimonio, ma per una insopprimibile resistenza ad ogni forma insopportabile di discriminazione. Vedete, avete perfino trovato il modo di togliere da questa legge, a proposito delle unioni tra persone dello stesso sesso, il vincolo di fedeltà. Sia chiaro, non è un tema che mi appassiona o mi entusiasma; anche in quello c’è qualche vena di un’ipocrisia familistica, retaggio di un passato dal quale forse dovremmo emanciparci. Tuttavia, l’averlo eliminato – quello sì – è il segnale non di un elemento di maturazione generale, di un processo culturale che avanza nel Paese e nella società, che si mette in linea con una società, ancora una volta, più avanti delle classi dirigenti che pensano di rappresentarla, ma è il segno, appunto, di un’ipocrisia della costruzione di condizioni di serie A e di serie B, che a noi paiono ancora un retaggio insopportabile di una condizione che andrebbe definitivamente superata.

Tuttavia, signori del Governo, Sinistra Italiana voterà a favore di questo provvedimento. Voterà a favore di questo provvedimento perché siamo capaci di distinguere quando si discute della vita di persone in carne ed ossa, della vita di persone che, troppo spesso, hanno consumato la loro esistenza nell’attesa e nel ritardo di una politica ignava e incapace di guardare la realtà.

Siamo capaci di distinguere, quando si parla della vita vera delle persone, la differenza che passa tra il nulla del Medioevo dei diritti e un avanzamento, che pure consideriamo insufficiente. Voteremo a favore perché in quegli avanzamenti c’è anche il nostro lavoro, c’è anche la nostra battaglia politica, quella che abbiamo fatto qui e quella che abbiamo fatto nelle piazze. Voteremo a favore soprattutto perché riconosciamo in quegli avanzamenti, signori del Governo, molto più della vostra pretesa di rappresentarvi come il Governo della modernizzazione e delle riforme, quanto il coraggio, la forza e la determinazione di migliaia di uomini e di donne che, in questo Paese, nei movimenti LGBTQ  hanno, con coraggio e con determinazione, continuato a battersi perché la loro condizione fosse sottratta all’oscuramento insopportabile della discriminazione, della negazione, del tentativo di costruire elementi di separazione e di marginalità.

Per queste ragioni noi voteremo «sì» a questo provvedimento, ma sappiate che in questo voto, ancora una volta, non c’è una delega. Non ci fidiamo, saremo lì: saremo lì con i movimenti, saremo lì in Parlamento, saremo lì vigili perché, dal giorno dopo, i decreti attuativi di questa legge vengano rapidamente messi in campo, perché non ci sia qualcuno che tenti, ancora una volta, di rallentare, magari con altri strumenti, quello che è già un ritardo insopportabile. Saremo lì perché continuino a farsi, dentro quest’Aula e in questo Paese, passi avanti necessari, perché venga tirata fuori dal cassetto – da qualche cassetto, non so quale –, dove è sparita, la legge contro l’omofobia, che ancora questo Paese aspetta e che fa ancora di questo Paese, su questi terreni, un elemento di grave arretratezza. Saremo qui per fare in modo che sul tema delle adozioni, del diritto dei bambini si possa – qui sì – uscire da un Medioevo nel quale, invece, purtroppo, anche con questa legge, siamo ancora confinati.
Noi ci saremo: ci saremo per continuare quella che per noi è, innanzitutto, una battaglia di civiltà. Ho sentito molte volte in quest’Aula, in questi giorni, discutere, a proposito di questa vicenda e di questa legge, di temi sensibili. Sono parole che tornano: «temi sensibili», «temi delicati». Trovo che di sensibile ci sia solo una cosa, di cui dovremo tutti, tutti e tutte, ricordarci con più coraggio di quello che anche oggi siamo nella condizione di mettere in campo. Di sensibile c’è l’insopprimibile e l’irriducibile rispetto verso la libertà di ciascuno e di ciascuna di amare un’altra persona e di costruire con quella persona un percorso di autonomia, un percorso di cittadinanza. Di irriducibile c’è la libertà di ciascuno e di ciascuna di costruire un proprio percorso di cura, di essere genitore, sapendo che essere genitore non significa semplicemente svolge una funzione biologica, ma significa essere capaci di cura, di rispetto, di amore ed essere capaci anche, talvolta, di farsi di lato, di farsi da parte per garantire gli spazi di autonomia di una persona che viene al mondo e che nel mondo costruisce i passi di un futuro cittadino. Noi di questo siamo consapevoli e, per questo, continueremo a batterci, anche dopo questa giornata.

La Proposta di legge Cirinnà approvata al Senato

Commenti

  • claudio

    Resta il dato oggettivo di una legge sulle unioni civili finalmente approvata proprio per merito di quel PD che tanto dileggiate. Poteva essere migliore se SEL non si fosse sfilata dalla maggioranza alle prime difficoltà ma le scorciatoie sono da sempre un richiamo a cui i mediocri non sanno sottrarsi, anche se alla fine risultano sempre un vicolo cieco.

  • maurizio angelini

    La legge rappresenta un passo avanti molto importante. La questione delle adozioni possibili anche per le coppie formate da persone dello stesso sesso è il passo successivo; su questo si misureranno tutti e vedremo chi ha fatto giochetti e chi ha a cuore diritti, equilibrio, benessere delle persone al di là delle botteghette politiche.
    Maurizio Angelini

  • piero bogliano

    Bene i diritti civili, anche se sono ancora da migliorare: ricordiamolo! A quando i diritti “sociali”, “economici” e del “lavoro”, ugualmente importanti? Su quest’ultimi diritti va riconosciuta si
    sta misurando mediocrità del PD. Piero

  • piero bogliano

    Su questi argomenti si sono fatti i giochetti a partire dalla coalizione dell’Ulivo e dal PD. Piero

  • Francesco

    Esultate per una legge monca studiata ad hoc per tacitare gli ambienti del Vaticano.
    Le “Unioni Civili” approvate mancano di qualsiasi riferimento a “famiglia” e “Stepchild adoption” che i privilegiati ovviano andando all’estero.
    Per questo vulnus dimostra più coerenza Michela Marzano, deputata e docente alla Sorbona che ha abbandonato il gruppo del PD.